Il concetto di rete

La rete e` un sistema secondo il quale un insieme di sistemi possono interconnettersi fra loro.

L'unica vera rete attualmente esistente e' InterNet , che riunisce qualche milione di sistemi di tutto il mondo; questa rete utilizza prevalentemente link via cavo, insieme a qualche link via satellite per comunicazioni transoceaniche.

Fa uso del protocollo TCP/IP, e ad ogni server/host ad essa collegato viene assegnato un indirizzo composto da 4 byte del tipo 44.134.172.90.

Nel campo radioamatoriale si e' cercato di fare altrettando, utilizzando il protocollo TCP/IP incapsulato nei frame AX.25 (unico protollo a noi concesso) .

La rete TCP/IP radioamatoriale non e' molto evoluta ne' in Italia, ne' nel resto del mondo; i problemi riscontrati sono principalmente due, ovvero la difficolta' di configurazione dei sistemi TCP/IP (non alla portata di tutti) e l'enorme sovraccarico dei canali radio provocato da questo complesso protocollo a frame innestati.

Non e' infatti possibile pensare alla creazione di una rete di router TCP/IP linkati fra loro a 1200 o 9600bps, in quanto risultano velocita' troppo basse per le esigenze di questo complesso protocollo, mentre risulta migliore l'idea di una rete TCP/IP con collegamenti a 38400bps o via cavo (attraverso InterNet).

I servizi offerti dai sistemi TCP/IP sono comunque molteplici, e molto importante risulta la possibilita' di leggere documentazione hypertext attraverso i server World Wide Web, nelle quali sono presenti riferimenti ad altri server WWW ; in questo modo si crea una rete di servizi di informazione interconnessi fra loro, da cui e' possibile attingere le notizie volute.

Del resto, risulta assurdo dover associare un indirizzo ad una stazione radioamatoriale, la quale ha gia' il nominativo che la identifica univocamente, ed e' altrettanto assurdo pretendere di navigare attraverso una rete packet radio come si fa in InterNet, in cui i vari link sono a velocita' tipiche di 2 Mpbs.

Per questo i sistemi TCP/IP radioamatoriali risultano avere una utenza locale che si collega direttamente via radio, mentre le stazioni piu' distanti si possono collegare ad essi via InterNet, magari attraverso altri routers radioamatoriali.

L'obbiettivo potrebbe a questo punto essere quello di portare in rete packet i servizi attualmente disponibili in rete InterNet, senza pero' fare uso del protocollo TCP/IP, e quindi senza dover impiegare molte risorse per la trasmissione di dati inutili provocata dall'incapsulamento dei frame.

La soluzione migliore forse consiste nella creazione di una rete packet AX.25 a livello 2, quindi senza il problema di avere un Transport Layer per il trasporto dei frame, e senza quindi creare l'overload della rete.

Gia' nell'Europa centrale esiste una rete di nodi FlexNet, che comprende almeno 500 stazioni fra nodi, bbs, cluster, ed altri servizi.

Si tratta di una rete che usa un protocollo di routing dinamico, in cui viene calcolato il tempo di connessione verso ciascun nodo e per la connessione verso una stazione viene quindi scelta la strada che garantisce il tempo di connessione minimo.

Tuttavia il meccanismo di trasporto dei frame da un nodo all'altro avviene attraverso il campo digipeaters dei frame AX.25, ovvero in ciascun frame vengono specificati tutti i digipeater attraverso cui e' necessario far transitare i frame.

Questo accorgimento, seppure semplice, provoca un altro tipo di overload, causato proprio dal campo di indirizzamento molto lungo presente in ciascun frame AX.25 .

Una soluzione a tutto questo sembra provenire dalla Slovenia, dove nel 1992 e' stato sviluppato un hardware in grado di gestire un nodo packet multicanale che riducesse al minimo le informazioni di routing e di trasporto scambiate fra i vari nodi.

Credo sia questa la strada migliore da seguire per fare in modo di creare una rete packet radio veloce in grado di favorire la interconnessione fra tutti i sistemi ad essa collegata, e per favorire la comunicazione fra i vari radioamatori di diversi paesi.

Requisiti di una buona rete

Una rete packet non deve essere vista come un mezzo per interconnettere solo i sistemi come i bbs e packet cluster i quali devono effettuare il forward, cioe' devono passarsi tutte le informazioni su messaggi, spot, eccetera.

Questo concetto che sembra essere cosi' presente negli OM italiani risulta assai limitata.

Dovremo invece creare una rete anche per gli utenti , ovvero fare in modo che un utente si possa collegare ad un nodo e da li richiedere la connessione con altri utenti, con bbs, cluster, tcp/ip routers, ed altri servizi eventualmente disponibili.

Risulta infatti inammissibile non poter collegare altri utenti solo perche' abitano troppo distanti, o peggio ancora non poter consultare contemporaneamente bbs, cluster ed altri sistemi, solo perche' si trovano in frequenze diverse e magari a velocita' diverse; risulta infatti scomodo dover cambiare frequenza e velocita' di trasmissione ogni qualvolta si vuole passare da una stazione all'altra.

Con la notevole diffusione dei programmi hostmode come il TstHost, i quali consentono di effettuare piu' connessioni contemporanee, risulta molto interessante poter collegare simultaneamente il bbs per la gestione della posta e dei bollettini, il cluster per ricevere le info sui vari DX in corso, e cosi' via.

Proprio per questo stiamo cercando di coinvolgere sempre piu' persone per lo sviluppo di una rete packet che riesca a servire l'intera Italia, e che sia collegata alle altre nazioni limitrofe.


Vediamo ora i requisiti fondamentali di una rete packet ottimale:

1. Affidabilita'

2. Velocita'

3. Capillarita'

4. Ottima integrazione dei servizi

Per essere affidabile, e' necessaria la presenza di piu' link fra i vari nodi in modo che, nel caso si danneggi una radio o un nodo, vi sia comunque una via di collegamento verso il resto della rete.

Per questo sono assolutamente inaffidabili le reti a dorsale , mentre risultano piu' sicure le reti che presentino un alto numero di gradi di liberta'.

Del resto, la continua evoluzione delle apparecchiature utilizzate per i vari link consente di lasciare le vecchie radio a 9600 o 38400bps per gli utenti e contemporaneamente per i link alternativi, e quindi di velocizzare tutti gli altri link utilizzando ad esempio le radio progettate da Matjaz S53MV in 23cm per la comunicazione a 1.2 Mbps.

In questo modo, nel caso si danneggi un link ad alta velocita', risulta sempre disponibile il link alternativo, magari piu' lento, che pero' garantisce lo stesso l'integrita' della rete.

Per attuare questa possibilita' e' pero' necessaria una disponibilita' di canali radio notevole...gia' il SuperVozelj riesce a gestire solo 8 canali, ed e' quindi impossibile pretendere di inserire molto porte per l'utenza se si vuole ottenere un alto indice di affidabilita'.

Tuttavia il requisito di inserire molte porte per l'utenza entra in contrasto con l'ideale di capillarita' e con la possibilita' di condividere molte radio nella stessa banda di frequenze.

Per quanto invece concerne la Velocita', si presuppone che gia' i link a 9600bps risultino lenti, oltre che critici se si utilizzano radio commerciali; sarebbero invece ottimali i sistemi full-duplex, dal momento che funzionano senza alcun ritardo dovuto al Txdelay , e d'altro canto tutti i canali del SuperVozelj sono configurati per lavorare in full duplex; tuttavia non e' in questo modo possibile condividere una frequenza fra piu' di due nodi, quindi questa soluzione risulta alquanto costosa.

Sara' allora necessario utilizzare radio a commutazione molto veloce, di qualche millisecondo, in grado di trasmettere segnali con un bit rate molto elevato.

Proprio per questo sono state progettate da Matjaz S53MV delle radio a larga banda per la comunicazione a 1.2 Mbps , le quali hanno un tempo di aggancio di 3 ms e consentono di trasferire in un secondo piu' di 500 pacchetti.

La notevole velocita' di comunicazione serve, oltre che per garantire dei tempi di attesa molto contenuti, anche per eliminare le collisioni esistenti nel caso di condivisione di una frequenza fra piu' nodi; infatti il tempo di occupazione del canale risulta in tal modo minimo.

Veniamo ora al discorso piu' interessante, ovvero il requisito della capillarita'.

Fin'ora il nodo e' stato concepito come una stazione remota posizionata in montagna in grado di coprire una vasta regione....questo sistema e' quanto di piu' dannoso possa esistere nel caso che il nodo sia destinato agli utenti, in quanto presenta il problema delle collisioni fra i diversi utenti che ascoltano il nodo ma che non si ricevono fra loro (problema dei terminali nascosti), ed inoltre non favorisce la occupazione della stessa frequenza da piu' nodi, i quali potrebbero invece operare in ambito locale.

Infatti anche nel campo della telefonia cellulare si utilizza una struttura di celle il cui diametro risulta molto ridotto per consentire l'utilizzazione delle stesse frequenze da parte di piu' ripetitori a distanze molto brevi.

In Italia sono presenti numerosi bbs, i quali operano in condizioni particolarmente favorevoli poiche` riescono a servire solo una zona prettamente locale : infatti vi sono numerosi bbs nella stessa frequenza che non si disturbano fra loro.

Il punto di partenza potrebbe essere appunto questo: sostituire i vari TNC del bbs con un nodo cosicche' gli utenti non si potranno piu'collegare direttamente al bbs, ma dovranno connettersi con il relativo nodo, e da qui entreranno in rete, potendo quindi richiedere la connessione con tutti i servizi e gli utenti presenti in rete.

In genere i vari bbs sono gia' interconnessi fra loro per operazioni di forward, quindi un'operazione come quella sopra indicata porterebbe altri vantaggi, e cioe' l'immediata creazione di una rete packet (i nodi sono interconnessi fra di loro attraverso le frequenze di forward) e lo sfruttamento dell'autorouting per le connessioni di forward.

In questo modo, nel caso si danneggi un link, viene subito utilizzato quello alternativo in modo automatico.

L'ideale di avere una serie di nodi di montagna potrebbe a questo punto servire solo per la creazione di link molto veloci e distanti, in grado di velocizzare ulteriormente la rete e di aumentare il numero di gradi di liberta' della rete.

Infine, con il termine Ottima integrazione dei servizi voglio indicare la necessita' di mettere a disposizione degli utenti tutti i servizi di cui hanno bisogno.

Parlando del concetto di rete packet avevo accennato alla necessita' di portare in packet radio i servizi tipici dei sistemi TCP/IP, e fra questi il piu' interessante puo' essere proprio l'installazione di pochi ma ben forniti Information Center che utilizzino i file hypertext per fornire interessanti notizie sui vari argomenti.

Il formato hypertext risulta infatti ottimo in quanto consente di creare dei collegamenti fra di versi concetti espressi nella documentazione.

E' quindi necessario creare dei server che si occupino proprio dello stoccaggio di documentazioni radioamatoriali, e che le mettano a disposizione degli utenti nel formato hypertext (potrebbe essere costituito da un FBB o TSTHOST con un PG server apposito) .

Poi, bisognera' creare una interfaccia grafica in qualche programma terminale in grado di visualizzare le informazioni hypertext nel modo corretto, ovvero evidenziando in particolari modi il titolo, i sottotitoli, link, eccetera; sarebbe sicuramente molto interessante se questa opzione venisse implementata nel TstHost di IK1GKJ, il quale risulta uno dei programmi terminali piu' utilizzati nel mondo (complimenti a Mario IK1GKJ!!).

In ogni caso, per avere maggiori dettagli sulla progettazione di un server e client per la gestione del formato hypertext in ambito radioamatoriale, selezionare la voce appena evidenziata.

Quando sara' davvero creata una rete packet valida, non sara' piu' necessaria la presenza di molti bbs tutti uguali ma sara' interessante cooperare per la creazione di servizi specializzati ciascuno in un determinato settore.

Questo sara' l'obbiettivo da raggiungere per garantire un servizio completo ed esauriente per tutti gli OM.